Di alcune città si dice che sono un museo a cielo aperto, mentre di altre si potrebbe dire che sono un libro a cielo aperto; San Pietroburgo è sicuramente tra queste.
La severnjaja stolitsa – “capitale del Nord” della Russia – è infatti molto più giovane della sorella maggiore Mosca e si porta sulle spalle solo poco più di trecento anni: era il 1703 quando l’allora zar Pietro I – poi conosciuto come “il Grande” – decise di fondare una nuova capitale alla foce del fiume Neva.
Da allora, però, Piter (come amano chiamarla i suoi abitanti) è stata testimone, molto prima che di sanguinose rivoluzioni, anche della vita e all’estro creativo di alcuni dei maggiori esponenti della letteratura russa ed europea, se non addirittura mondiale.
1.
“Онегин, добрый мой приятель, / Родился на брегах Невы, / Где, может быть, родились вы / Или блистали, мой читатель; / Там некогда гулял и я: / Но вреден север для меня”.
“Eugenio Oneghin, buon amico mio, / nacque in riva alla Neva, ove nasceste / forse anche voi, lettore, oppur splendeste. / Sulle sue sponde già una volta anch’io / Ero solito andare a passeggiare, / ma m’è dannoso il nord, a quanto pare”.
(traduzione di Ettore Lo Gatto)
2.
“Нет ничего лучше Невского проспекта, по крайней мере в Петербурге; для него он составляет все. Чем не блестит эта улица — красавица нашей столицы! Я знаю, что ни один из бледных и чиновных ее жителей не променяет на все блага Невского проспекта”.
“Non c’è nulla di meglio della prospettiva Nevskij, perlomeno a Pietroburgo; per la città vuol dire tutto. Di cosa non brilla questa via – splendore della nostra capitale! Io so che nessuno dei suoi pallidi e impiegatizi abitanti scambierebbe la prospettiva Nevskij con tutto l’oro del mondo”.
(traduzione di Emanuela Guercetti)
3.
“Бедный Ковалев чуть не сошел с ума. Он не знал, как и подумать о таком странном происшествии. Как же можно, в самом деле, чтобы нос, который еще вчера был у него на лице, не мог ездить и ходить, — был в мундире! Он побежал за каретою, которая, к счастию, проехала недалеко и остановилась перед Казанским собором”.
“Il povero Kovalev per poco non impazzì. Non sapeva che cosa pensare di un fatto così strano. Com’era possibile, infatti, che un naso che fino al giorno prima stava sulla sua faccia, potesse girare in carrozza e a piedi… portasse l’uniforme! Rincorse la carrozza, che fortunatamente non era andata lontano e si era fermata davanti alla cattedrale di Kazan’ ”.
(traduzione di Emanuela Guercetti)
4.
“В начале июля, в чрезвычайно жаркое время, под вечер, один молодой человек вышел из своей каморки, которую нанимал от жильцов в С — м переулке, на улицу и медленно, как бы в нерешимости, отправился к К — ну мосту”.
“In una giornata straordinariamente calda del principio di luglio, verso sera, un giovane, uscito dalla stanzetta che aveva in subaffitto nel vicolo di S., scese in istrada e lentamente, con l’aspetto di una persona indecisa, s’avviò verso il ponte di K.”.
(traduzione di Vittoria Carafa De Gavardo)
Così inizia una dei testi della letteratura russa più amati e letti dagli italiani: Delitto e Castigo di Fedor Dostoevskij, il cui protagonista, Raskolnikov, abitava in una casetta non lontano da Piazza Sennaja (“piazza del fieno”, un tempo sede di un importante mercato).
A metà Ottocento il quartiere era piuttosto diverso da come appare oggi: un luogo di malfattori e poveri, tra cui ben si inseriscono i personaggi usciti dalla penna del celebre romanziere. Dostoevskij non precisò mai dove si trovava esattamente la casa del giovane protagonista del libro, tuttavia è possibile ricostruire la posizione quasi esatta dell’edificio, dove oggi si trova, per l’appunto, quella che viene definita “casa di Raskolnikov” (ulitsa Graždanskaja 19).
A poca distanza, in ulitsa Kaznačejskaja 7 (angolo con Stoljarnij pereulok 14), – oltre alla casa della vecchia usuraia (Prospekt Rimskogo-Korsakova, 25) e di Sonečka Marmeladova (Naberežnaja Kanala Griboedova, 73) e al ponte Kokušin, menzionato all’inizio dell’estratto citato – si trova anche la casa dove visse lo stesso Dostoevskij tra il 1864 e il 1867. Proprio in questa casa venne scritto Delitto e Castigo, ambientato nelle stesse vie in cui l’autore viveva e che percorreva tutti i giorni.
La casa di Dostoevskij all’angolo tra ulitsa Kaznačejskaja e Stoljarnij pereulok, fotografata in un nevoso pomeriggio di gennaio. La targa recita: “In questa casa tra il 1864 e il 1967 visse Fedor Michajlovič Dostoevskij. Qui fu scritto il romanzo ‘Delitto e Castigo’”
5.
“Our house was No. 47 in Morskaya Street. […] There was a small public park on the north side of the square […] Upon reaching Nevski Avenue, one followed it for a long stretch, during which it was a pleasure to overtake with no effort some cloaked guardsman in his light sleigh drawn by a pair of black snorting and spreading along […].”
6.
“Во втором дворе подвал, / В нем — приют собачий. / Каждый, кто сюда попал — / Просто пес бродячий. / Но в том гордость, но в том честь, / Чтобы в тот подвал залезть! / Гав!”
“Nel secondo cortile c’è una cantina / Lì c’è un rifugio per cani / Chiunque capiti qui / Non è altro che un cane randagio. / Ma in questo c’è orgoglio e onore, / Per intrufolarsi in questa cantina! / Bau!”
(traduzione dell’autrice)
7.
“Моему городу
Белая ночь 24 июня 1942 г. […]
Так под кровлей Фонтанного Дома, / Где вечерняя бродит истома / С фонарем и связкой ключей, / Я аукалась с дальним эхом, / Неуместным смущая смехом / Непробудную сонь вещей;”
“Alla mia città
Notte bianca, 24 luglio 1942 […]
Così, sotto al tetto della Casa della Fontanka / Con la lanterna e il mazzo delle chiavi / Un languore serale s’aggirava, / E ai miei richiami un’eco lontana / Turbava con risata inopportuna / Il profondo letargo delle cose;”
(traduzione di Carlo Ricci)