Elfo Puccini febbraio 2016: Harper Regan

Pubblicato il Pubblicato in Teatro

Quarantotto ore della vita di una donna in scena sul palco. Uno spettacolo in cui il pubblico cammina a fianco di lei, Harper Regan, respira le sue paure, vive le sue confusioni e incertezze. Elio De Capitani porta così in Italia la drammaturgia inglese contemporanea con “Harper Regan” di Simon Stephens (in scena all’Elfo Puccini fino al 6 marzo), scritta nel 2008 e oggi così attuale nel mettere a nudo le contraddizioni del mondo in cui viviamo e, soprattutto, del nostro animo che falsamente crediamo di conoscere.

Da sempre interessato al lavoro drammaturgico di Stephens, De Capitani sceglie di partire proprio dalla spiazzante pièce che racconta due giorni della vita di una donna quarantunenne dei sobborghi londinesi. Harper ha un lavoro ben pagato, un marito, una figlia, una vita all’apparenza quasi banale. Fedele al ruolo che la società le assegna, Harper vive e insieme non vive questa esistenza ordinaria, finché arriva una notizia a scardinare ogni passiva certezza: il padre, diabetico, è in fin di vita. La donna sente di dover andare a Manchester a trovarlo, chiede il permesso al proprio datore di lavoro ma l’uomo rifiuta. Se andrà in ospedale, minaccia, la licenzierà.

Qui si apre lo spettacolo, da questo momento lo spettatore, passo dopo passo, vive accanto e dentro ad Harper Regan. La segue a casa, a parlare con il marito e la figlia adolescente, poi il folle (o ragionevole?) viaggio a Manchester, il dialogo con la madre, una spirale di incontri con uomini molto più giovani o anziani di lei: come in un puzzle solo con un pezzetto per volta è dato allo spettatore comprendere che l’esistenza di Harper non è un monolitico e banale blocco di pietra, ma un vetro sottile, attraversato da mille crepe, sempre sul punto di rompersi. Uno scandalo, si scopre, ha costretto la donna e il marito ad abbandonare Manchester, anni prima. Ma quel fatto, così orrendamente vergognoso, è davvero accaduto? A chi credere? Ai fatti? Alle paure? Dove sta la verità in questo mondo dove non possiamo più essere sicuri di nulla? Chi tradisce e chi è davvero tradito?

Stephens scava con crudeltà, quasi con sadica violenza, nella vita di Harper Regan e crea un testo in cui non accade nulla ma tutto è scosso alle fondamenta.  Bravissima Elena Russo Arman nei difficili panni della protagonista, capace di reggere un ruolo di grande scavo psicologico per ben tre ore di spettacolo; attorno a lei un cast che respira insieme il realismo delle emozioni voluto da De Capitani -Cristina Crippa, Cristian Giammarini, Marco Bonadei, Francesco Acquaroli, Martin Chishimba-  in cui spicca l’interpretazione di Camilla Semino Favro perfetta nel ruolo dell’adolescente figlia di Harper, viva, esagerata talvolta e mai scontata.

Su tutto domina però l’imponente, bellissima scenografia tutta bianca disegnata da Carlo Sala e animata dalle sobrie luci di Nando Frigerio, forse il vero punto di forza di uno spettacolo in cui l’azione è ridotta a uno spazio minimo. La scena, sempre uguale ma diversa in piccoli dettagli stilizzati, accompagna lo svolgersi della pièce, ama giocare tra lo spazio aperto di proscenio e l’interno solo parzialmente visibile dietro le tre porte poste sul fondo, restituisce la freddezza di una vita in crisi.

Complice la durata dello spettacolo, il testo di Stephens sembra a volte rallentare sfiorando la stasi, con il concreto rischio di mettere a dura prova la pazienza del pubblico, costretto in una sala piccola, non la migliore scelta per questo dramma. Ma la forza degli interpreti e il sottile scavo psicologico tengono lo spettatore nella costante attesa di un avvenimento che in realtà non accade. Perché alla fine si ritorna quasi al punto di partenza. Delle tante domande sulla morale, la verità, il tradimento, nessuna ha trovato risposta. Ma qualcosa è cambiato: ora quelle domande appartengono agli spettatori, alla loro vita così monolitica, così fragile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WordPress spam blocked by CleanTalk.