Ritorno

Pubblicato il Pubblicato in Cédric Tampan, Poesia

Fu d’un baleno isola
rotta, sotto il tepore
d’un grave e fiacco platano,
e ad un passo il sapore
s’avvicinava lento
d’un grande struggimento,
d’una tempesta che fu’.

“Tu che cogli le fragole,
oh donna, e mi riporti
pietroni delle cupole
di quei nostri palazzi storti,
di quella nostra decadenza,
della nostra andata Fiorenza…
ed io ancora piango, orsù!

Nel fango, queste favole
son lontane dal cuore
e nell’aria di nuvole
son solamente orrore
per la frantumata memoria
di quell’amore che era gloria,
d’un eco che sei tu!

E il fuoco delle fiaccole
m’ustiona di passione,
e il canto delle allodole
sveglia il gemito d’una visione
che m’abbaglia e mi sussura rimorsi
d’una persa vita su errati percorsi.
Quella mia gioventù!

M’appari, cadaverica
breve forma d’avori,
meschina per la tua indole,
sorretta dai miei errori,
fragile nella condizione,
boia per la mia ossessione.
Libera schiavitù.

E mentre torni cenere
mi sovvien dell’ultimo bacio
che le tue labbra cremisi
donarono ad un cuore marcio,
all’uomo che prometteva fiducia
all’uomo che scappò dalle tue braccia.
Morente e sola ti lascio quaggiù.”

Ed ora sotto un platano
l’uomo pesa il fantasma
di quel passato orribile
e della donna morta nel marasma
dei suoi giochi d’amore
cerca il nome, per uno strano timore
che uno spettro lo porti laggiù
e risuoni nell’aria un nero chiù…

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