L’abisso della tradizione. Su “Dalla cripta” di Michele Mari

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Michele Mari è nato romanziere, è cresciuto romanziere e morirà romanziere – complesso e barocco, per giunta. Per questo, ha sempre considerato le sue Cento poesie d’amore a Ladyhawke (Einaudi, 2007), quell’unicum in versi così estraneo rispetto alla sua produzione “classica” e così insta-friendly nella brevità dei suoi componimenti; il suo libro peggiore, una sorta di […]