Beltane

Pubblicato il Pubblicato in Letteratura, Poesia

Famiglie infrante,
ambizioni e sogni,
tende nella fredda pineta.
Dov’è la falena?
Dov’è la mia compagna?
Ombre più alte della mia anima,
dove la cercherò?

Amici,

il sonno già ci vince,
il Barbera non aiuta
il falò ci culla
ma io non posso cadere
ancora una volta l’oblio?
Ti invoco di giorno,
ma non rispondi.
Grido la notte,
e non trovo riposo.
Queste cime nel sangue:
muschio, pietra, acqua,
gufi e cicale.

Lei sente il bosco,
premerle le vene:
corde di chitarra.
Il torrente
mormorare senza sosta,
e scavarle nel cranio:
sussurro dopo sussurro.
Impossessata:
l’urlo muto e materno
della Luna.
A piedi nudi
nella tana del lupo
ha fame e cerca
fauci fraterne.

Nutriamoci sorella,
mordimi e consumami:
inquina il mio giorno,
contagia la mia fermezza.
Voglio tremare ancora,
come un bimbo
nei suoi incubi.
Rantolare
sotto il tuo coltello.
Violette crescono
nel mio giardino;
Violette come corpi
sorgono dalla terra.

E io non posso dimenticare.

Nulla affonda
senza tornare.
E tu lo sai,
Lilith.

Un silenzio ci unisce.
Nel silenzio ti avrò.
Guardami:
non sono quel che cerchi?
Ti osservo
e vedo la mia fine.
Occhi di fiume,
occhi di sorgente.
Gemme celesti di spettro
dove ti nascondi?

Il tuo riflesso
è un muro
tra me ed ogni amante.
La tua voce,
sfumato canto,
sempre ripete:
“Non restare”.

Lontano da ogni strada.

Tu sei l’Altrove
che riempie i miei giorni:
sogno che devasta il Reale.

Desiderio di desiderio,
indefinita attesa.
Questo bisogno
di comunione,
vedermi nei tuoi occhi;
riconoscerti tu
nei miei.

Un solo attimo
senza bisogno di altro tempo
senza pretendere altra vita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WordPress spam blocked by CleanTalk.