#CasaKnows: Casanova per giovani italiani

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“Un perfetto antesignano della generazione erasmus e Interrail”, è questo il ritratto proposto del libertino più famoso d’Europa, ispiratore del ‘Don Giovanni’ di Da Ponte e del film di Fellini, nella nuova biografia firmata dall’arguta e attenta penna di Lia Celi e Andrea Santangelo, edita da Utet (2016).
Una biografia “non canonica”, in cui il rigore della ricostruzione è alternato ad un sottile umorismo, nelle parole di un immaginario Giacomo Casanova che interrompe i suoi biografi con interventi e aneddoti che ricordano il nostro gossip da salotto. Il lettore più esigente a questo punto storcerà il naso, ma non deve cadere nel pregiudizio, comune tra i giovani e snob letterati in erba -ai quali per altro appartengo-, per cui un’opera senza note a piè di pagina sia poco interessante, o come si sente talvolta in facoltà, “non adatta” all’interesse degli studiosi. Questa biografia è invece ricchissima e si rivolge a tutti i lettori, nello special modo ai giovani millennials letterati e non: la bibliografia finale è ricca di materiale per chi troverà interessante approfondire temi, spunti e curiosità anche per eventuali studi futuri. Devo confessare che per solo un secondo ho pensato di rinunciare alla mia tesi triennale in provenzalistica per seguire la folgorazione e mettermi al lavoro su Giacomo Casanova, ma sono un medievalista e dovrò imparare a conviverci.
Una passione, quella dei due autori, per un secolo ricco di contraddizioni com’è il ‘700, che affiora nella cura minuziosa con cui dispongono tanto le fonti storiche quanto le parole del Casanova narratore-burlone: un narratore che scherza col lettore, che si difende -ma non troppo seriamente, in fondo Casanova andava fiero della sua vita: la sua opera d’arte più riuscita, dirà un secolo più tardi Wilde- dalle accuse per cui l’opinione comune lo conosce. Un uomo del suo secolo, un viaggiatore e un lavoratore precario -tra le sue occupazioni più disparate anche quella di alfiere della Serenissima e di religioso- che riuscì, da figlio di attori, a diventare una delle figure più chiacchierate e famose nell’Europa del suo tempo.
Suddivisa per capitoli tematici, l’opera ci presenta un Casanova svecchiato dalle maldicenze di cui abbondavano le vecchie sue Memorie, ripulite dalla censura e dai numerosi errori di trasmissione solo nella seconda metà del ‘900 grazie ad un nuovo lavoro filologico, quando l’interesse degli studiosi si fermò su una figura così complessa e affascinante che è stata archiviata per quasi due secoli semplicemente come frivola: condizione a cui era relegata in compagnia di Oscar Wilde e De Sade, anche se questi ultimi due vennero ristabiliti molto prima del compagno veneziano (e il percorso si è solo avviato). Perché non esiste solo il Casanova sciupafemmine, il Casanova della fuga dai Piombi di Venezia e il Casanova cicisbeo, ma una personalità complessa e dalle mille sfumature: esiste il Giacomo violinista; il Giacomo ambasciatore al Istambul; il Giacomo spia degli Inquisitori della Serenissima e persino il Giacomo bibliotecario (una delle sue poche professioni ‘oneste’, nell’ultima parte della sua vita presso il castello di Dux).
Particolare attenzione al Giacomo letterato e bibliofilo: il suo grande amore, infatti, erano proprio i libri, ‘la migliore compagnia’ con cui formarsi. Fin da piccolo, quando viene inviato a Padova per studiare legge -si laureò anche in diritto canonico-, divora qualsiasi codice gli si presenti davanti e anche da pellegrino per l’Europa, accanto all’abito curato, non rinuncia nel proprio bagaglio ai suoi migliori amici: ‘i buoni libri’. Una passione, tuttavia, che non gli viene riconosciuta da tutta l’élite culturale del suo tempo. Esaustivo l’episodio dell’incontro con l’imperatore a Praga, più interessato alla bellezza del giovane girovago dalla parlantina ammaliante che all’intellettuale amante delle belle lettere.
Dai suoi scritti autobiografici si percepisce chiaramente il suo disagio e il suo disappunto nel constatare che molti tra i letterati e gli intellettuali del suo tempo non lo ritenevano altro che un damerino veneziano, esperto di misticismo e truffatore. Amico-nemico di Voltaire e di altri protagonisti dell’epoca dei lumi, Giacomo Casanova intrattiene comunque una fitta corrispondenza per promuovere la propria personalità letteraria e non: carteggia con intellettuali di poesia e filosofia, si annuncia prima di arrivare nei mileux cittadini, gioca a mascherarsi e spesso non rivela la propria identità se non dopo essere ripartito dalla città (si aggiunga il fatto che si spostava spesso per fuggire ai creditori). Fitta la corrispondenza con le sue donne, di cui non è solo amante ma amico, confidente, complice e stilista persino. Tra tutte le sue più care sono di certo Henriette e Giustiniana, per quest’ultima tentò di organizzare un aborto: cosa che gli valse una denuncia e l’ennesima fuga.
Scritta, come un pamphlet settecentesco, per giovani italiani quella di Lia Celi e Andrea Santangelo è una biografia libera da pregiudizi, che non ha paura di toccare i punti più delicati di una personalità così ricca e contraddittoria come quella di Giacomo Casanova, un uomo in grado di farsi strada nelle più importanti corti europee, grazie alla sua brillante personalità e alla sue capacità di saper sfruttare ogni situazione.

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