Elis Island (Mondadori, 2015) è il romanzo epistolare contenente la corrispondenza tra il poeta Silvio Ramat e la professoressa di letteratura italiana Elisabetta Graziosi (Elis), un’amica e un’estranea. Due sono i raffinati registri che si alternano: l’endecasillabo per il poeta e la prosa lirica per la docente, dispensata dalla poesia dallo stesso Ramat.
A costruire la cornice del romanzo una misteriosa malattia del poeta, costretto a degenza in un ‘non-luogo’, uno stato di sosta e di esilio che viene riempito dai ricordi e dalle dotte citazioni degli autori cari ai due letterati: Pascoli e Montale, senza dimenticare Leopardi, Foscolo, Ariosto, l’imprescindibile Dante, Buzzati e Ungaretti fino ad arrivare ad una curiosa passione per Melville. Continui i rimandi anche a Stendhal e a Carducci (saldo negli affetti di Elis), a Buzzati e anche a Virginia Woolf in un vasto e internazionale panorama letterario.
Rimandi, mai pedanti ma sottili e precisi, che s’intrecciano con i ricordi degli autori e con i paesaggi della loro vita: dapprima uno scambio di esperienze sulla California, poi i luoghi della vita universitaria e letteraria, i luoghi dove anche gli autori affezionati hanno vissuto. E così la Liguria di Montale, la Milano di Parini e la Bologna di Carducci si susseguono nelle lettere.
L’anafora, amica, è sempre posta al primo verso nelle poesie di Ramat: Elis è infatti il punto d’appoggio dell’esiliato in ricovero, un’amica con la quale condividere la prosa dell’esistenza, il proprio passato nel quale il poeta -l’unica informazione che si lascia sfuggire- identifica l’origine del proprio malessere (un’antico difetto, una lacuna). E’ Elis a intuire la via della guarigione, e vi accompagna l’amico passo passo, affrontando il periodo del declino tutto affidato alla lettura dei grandi -ma senza dimenticare una dolce attenzione per i libri dell’infanzia. Elis è quasi invidiosa dello stato dell’amico, e lo invita a pensare al ricovero stesso come un’occasione di guarigione con una metafora umile, lasciata in due righe appena tra un ricordo e un altro: forse sono i treni la meta vera delle anime inquiete che scambiano il mezzo con il fine.
Un romanzo epistolare imperdibile, Elis Island non è solo uno squisito gioco di rimandi, di citazioni e di atmosfere ma una vera e propria raccolta di ricordi e di esperienze, si personali ma qui universabili.
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