Sulla collina del cambiamento

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Se dietro la collina 

ci fossimo dati 

il diritto di amarci

ora sarebbe comune.

 

Nella tasca interna

della giacca

conservo invece

i baci

che abbiamo scelto 

di non darci.

 

II

Quanto nera

può diventare 

la pupilla

di un innamorato?

 

Come la grafite,

lo spazio siderale.

Può chiedere in prestito

l’oscurità stellare

e in quello specchio

perdere

la tua realtà.

 

III

Rimango incastrato

nel sipario 

del cielo.

 

Tra le pieghe

delle stelle 

fibre di luce

intermittenti

 

infiammano

le stringhe

nell’abisso 

dei lumi.

 

IV

E la luna 

come porto interstellare

per le poesie non scritte

per i patti spezzati

e per i cuori 

che cercano ancora

uno spazio

per amarsi.

 

V

E il sole,

palla di rimpianti, 

che mi sputa

in faccia

ogni mattina

l’orrore della vita.

 

VI

Mercurio

è un fotone

che ti ha rapito

ed ha avvelenato 

i miei occhi.

Ora il cielo

è nero 

anche di giorno.

 

VII

E Marte

rimasto solo

con le mie voragini.

 Ma che fine ho fatto io?

Che non mi trovo più.

 

VII

Delle mie mancanze

non si vedono 

i pianeti,

ma mi orbitano attorno.

 

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